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Trump e la politica del "Make America Great Again"

Mancano ormai pochi giorni alle elezioni americane: i due candidati alla Casa Bianca si sono più volte confrontati in dibattiti pubblici, nelle settimane precedenti, scatenando le più bizzarre reazioni in tutto il web.  A mio avviso questo non dovrebbe sorprenderci, poiché si tratta di una delle campagne presidenziali statunitensi più intense e agguerrite di sempre.
Tuttavia, il mio scopo oggi è quello di riflettere sullo slogan simbolo della campagna elettorale di Donald Trump: Make America Great Again.

Il successo riscosso da questo slogan nell'ultima campagna presidenziale è l'esempio concreto del fatto che buona parte degli americani non conosca a fondo le contraddizioni e i problemi legati alla loro nazione e alla loro storia, Donald Trump ha saputo come sfruttare questo elemento a proprio vantaggio. "Make America Great Again" è il prototipo ideale di quella figura retorica che gli studiosi hanno chiamato American jeremiad, ossia la mistificazione del passato  come periodo di prosperità e grandezza andato perduto.


Gli Stati Uniti trovano la loro origine nella colonia puritana del New England, in cui politica e principi religiosi erano strettamente correlati; di conseguenza la comunità era fortemente influenzata dalle figure portavoce di questi precetti: i pastori. Essi tentavano di spiegare le crisi che la comunità si trovava ad affrontare, facendo ricadere le colpe sulle trasgressioni dei peccatori ( spesso outsiders ). Lussuria, stregoneria e il decadimento dei valori cristiani in generale venivano poi messi in contrasto con la purezza ideale portatrice di benessere e prosperità del passato, a cui si poteva auspicare di nuovo a patto che venissero sconfitti i portatori della corruzione. Non è difficile comprendere come questo schema potesse persuadere i cittadini ( o come riesca a farlo ancora oggi): la comunità identificava un nemico comune contro il quale combattere, con l'obiettivo di superare una crisi e riconquistare la ricchezza morale e materiale del passato. In aggiunta, è doveroso ricordare che le colonie puritane leggevano la Bibbia come una metafora del loro destino: essi vedevano se stessi come il popolo prescelto da Dio e l'America come la Terra Promessa. L'America rappresentava un' utopia costantemente minacciata dalle forze del male, che bramavano distruggere il popolo di Dio.


La disperazione e la fede assoluta nel ritorno di un passato grandioso sono i cardini della jeremiad e così della politica portata avanti da Donald Trump. Tuttavia, quello che molti americani sembrano aver scordato è che questo tipo di retorica tende sempre a mettere a confronto le parti migliori di una generazione precedente con quelle peggiori di quella attuale. Coloro che sfruttano questo espediente non sono quasi mai capaci di identificare dove e quando questo declino della società sia iniziato, questo semplice particolare dovrebbe renderci sospettosi.
  Una golden age non è mai esistita, perché ogni era ha avuto le proprie contraddizioni, i propri difetti e i propri pregi, così come la realtà del presente. 

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Laureanda in Lingue e Letterature Moderne Europee e Americane, probabilmente futura precaria, bookaholic, bingewatcher.

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